E se ti dicessimo che esiste un modo per far sì che un viaggio sia un momento di arricchimento fisico e spirituale, ma anche un vantaggio per l’ambiente?
Oggi parliamo di ecoturismo, una tipologia di viaggio responsabile capace di creare una strada condivisa tra volontà di scoperta e salvaguardia ambientale. Come nasce, che benefici può garantire agli attori coinvolti e come farlo diventare una pratica che dalle vacanze si insinui nella vita di ogni giorno?
Preparati ad un primo viaggio, fatto di parole, per organizzare le prossime vacanze sostenibili nella natura.
Partiamo dalle basi, la definizione di Ecoturismo fornita dalla International Ecotourism Society nel 2015 è: “un modo responsabile di viaggiare in aree naturali, conservando l'ambiente, sostenendo il benessere delle popolazioni locali con implicazioni educative” (Fonte: International Ecotourism Society).
Ma cosa significa davvero questo? Vediamolo nel dettaglio:
Il termine “ecoturismo” (ecologia+turismo) nasce ben prima della codifica attuale ad opera di Hector Ceballos-Lascurain, architetto e ambientalista messicano, che nel 1988 parla di ecoturismo con l’unica accezione di “visitare e apprezzare gli ambienti incontaminati”. Oggi quella definizione è stata ampliata per comprendere anche il benessere delle popolazioni locali e lo sviluppo culturale.
Questo allargamento nasce per avere una visione più completa del fenomeno e proiettarlo nel futuro, infatti alla base dell’ecoturismo c’è la salvaguardia dell’ambiente tramite la fruizione rispettosa e la promozione della sua tutela, nell’intento di evitarne lo sfruttamento o l’esaurimento delle risorse.
Spesso confusi, Ecoturismo e Turismo Sostenibile sono due concetti che possono risultare simili ad una prima occhiata, ma che in realtà parlano di due diversi modi di concepire il viaggio e il suo rapporto con la natura.
Vediamo le principali differenze:
Ecoturismo: viaggiare nella natura e sostenere attivamente la popolazione locale con azioni dirette (ad esempio volontariato) o un sostegno economico (preferendo aziende local per acquisti o consumo di beni).
Turismo sostenibile: rendere meno dannoso il viaggio dal punto di vista ambientale ed evitare il più possibile l’impatto della presenza umana, facendo dei compromessi rispetto ai propri desideri di viaggio (ad esempio scegliendo mezzi di trasporto a minor impatto ambientale).
Ecoturismo: mete di carattere ambientale e naturalistico (ad esempio riserve, parchi) anche paesi in via di sviluppo.
Turismo sostenibile: qualsiasi tipo di meta, non esclusivamente a carattere naturale, ma anche culturale o di svago.
Ecoturismo: alla base dell’ecoturismo c’è un coinvolgimento attivo nelle attività locali o una ricerca di arricchimento personale e sociale basato sul rispetto dell’ambiente e la valorizzazione culturale.
Turismo sostenibile: le attività possono essere molteplici, ma sempre legate a concetti di valorizzazione, non danneggiamento e salvaguardia a carattere ambientale.
Essere ecoturisti ed essere turisti sostenibili è quindi diverso, entrambe le pratiche sono valevoli dal punto di vista ambientale, ma portano delle ricadute differenti sulle mete prescelte e sull’ambiente nella sua totalità.
L’ecoturismo porta con sé molti vantaggi, sia per chi lo pratica sia per la società nella sua interezza. Non dobbiamo infatti sottovalutare l’impatto che questo tipo di scelta, soprattutto se condivisa da molte persone, può portare sia al benessere degli attori coinvolti che della natura.
L’ambiente e la natura sono al centro dell’ecoturismo, va da sé quindi che il beneficio più importante sia quello che ricade direttamente su di essi. Questo modo di viaggiare non inizia e termina con un soggiorno, ma porta con sé un cambio di paradigma nella salvaguardia e l’attenzione ambientale.
Questo significa che da un’esperienza immersi nella natura, seguendo le regole che proprio questa richiede, se ne esce più consapevoli e attenti anche nella vita di ogni giorno. L’allenamento fatto per rispettare il territorio che ospita le proprie vacanze si riflette inevitabilmente anche in un’attenzione nella day-to-day life.
Come? Riduzione dei rifiuti, attenzione al proprio impatto ambientale e scelte più consapevoli.
Accanto all’ambiente, un altro punto cardine è sicuramente quello che riguarda le comunità locali.
Incentivando questa pratica si può innescare un circolo virtuoso che porta più risorse per lo sviluppo, una maggiore tutela culturale e l’arricchimento reciproco. Sostenere le comunità, soprattutto se piccole o in via di sviluppo, significa fornire assistenza ad una crescita di queste e quindi a maggiori risorse per la salvaguardia dell’ambiente in cui sono inserite, a vantaggio di tutti.
Essere ecoturista significa legare l’arricchimento tipico del viaggio con una consapevolezza più profonda del luogo visitato e la certezza del proprio contributo.
Sono ormai innegabili i benefici che la natura e il contatto con questa hanno sul benessere mentale e fisico di una persona, dal senso di “ricarica” fino all’abbassamento dei livelli di stress.
L’ultimo punto cardine dell’ecoturismo, che è intrinsecamente un vantaggio, è la propensione al futuro.
Questo significa che uno dei motori trainanti di questa pratica è quello di vivere il proprio ambiente con l’idea di mantenerlo e condividerlo con le generazioni di domani. Questo significa innescare meccanismi di tutela, facendo leva proprio sul sentimento della partecipazione futura nello stesso ambiente di oggi, o uno ancora migliore.
Per quanto si usi lo stesso termine, non tutto l’ecoturismo è uguale. Questa tipologia di viaggio, infatti, può avere varie forme legate alla connessione con l’ambiente e le persone che lo abitano, vediamo le più comuni.
Immergersi nella natura con attività che aiutino a scoprirla in modo responsabile e sostenibile. In questo caso si tratta di un’immersione attiva nei panorami naturali e una scoperta attenta verso queste bellezze e il modo migliore per tutelarle.
La conoscenza è infatti il primo passo verso una visione più completa e consapevole del proprio posto nel mondo e impatto.
Non solo natura, ma anche comunità. Un altro tipo di ecoturismo è infatti quello che si origina dal volontariato e nell’adesione a programmi di educazione ambientale. Esempio principe di ciò è sicuramente l’iniziativa, sempre più diffusa, di pulizia di ambienti naturali da rifiuti e dallo sconsiderato passaggio umano. Non solo cancellazione degli errori dell’uomo, ma anche un sostegno diretto nello svolgimento di attività a favore delle popolazioni locali.
Take only photographs, leave only footprints: uno dei dettami dell’ecoturismo ci accompagna in questa ultima modalità che prevede sostanzialmente la completa immersione nella natura con la minor impronta possibile.
È questa l’opzione di vacanza che mette al centro l’incontro tra spirito e mente, per abbandonarsi ad un’esperienza di completo relax con la sicurezza che la propria presenza nella natura sia sostenibile e in sintonia con questa. Si tratta di soggiorni in alloggi che si integrano perfettamente nell’ambiente senza danneggiarlo, ma facendolo scoprire e rivalutare.
Dai dati di UniVerde nel 13esimo rapporto “Gli italiani, l’ecoturismo e il turismo sostenibile” (qui la presentazione del report) emerge una crescente attenzione al tema della sostenibilità in ambito turistico trainata dalla “necessità di un arricchimento culturale”, che mette d’accordo il 48% di italiani nel 2023, e dalla “voglia di conoscenza e di esplorazione del territorio e della tradizione”.
Il trend dell’ecoturismo è quindi in positivo e ci si può attendere che continui a rimanere tale contando che la maggiore sensibilità al tema deriva dalle generazioni più giovani (under 35) che sono quindi quelle che non solo trainano il settore ad oggi, ma che educheranno le generazioni future in questo senso.
Una caratteristica intrinseca del nostro paese è quella di offrire panorami vari, tutti da scoprire che spaziano dai monti al mare passando per vallate, colline e boschi. In questo senso, in Italia, l’ecoturismo riesce a soddisfare le più diverse preferenze del singolo viaggiatore aggiungendo anche un collegamento enogastronomico che, sempre dal rapporto “Gli italiani, l’ecoturismo e il turismo sostenibile” è un driver indispensabile per il 50% degli intervistati.
Come si colloca Friland in tutto questo?
Facendo di tiny house, sostenibili e off-grid, un’alternativa di ecoturismo lento, a contatto con la natura e di completo benessere personale. Un modo di vivere il territorio allo stesso tempo da spettatori e da attori. Con la natura che offre il suo spettacolo migliore quando non contaminata dall’azione umana, ma apprezzata con rispetto.
Il nostro impegno prende proprio dai dettami dell’ecoturismo le sue best practice di non-interferenza, sviluppo e conoscenza del territorio. Alloggiare in una delle nostre casette è un’esperienza capace di ricaricare tanto lo spirito quanto l’amore verso l’ambiente naturale, magari proprio fuori casa.