Nel tempo frammentato della nostra quotidianità, esiste un gesto semplice che può riportarci a casa: scrivere a mano, lentamente, senza filtri.
Il journaling è questo. Non un’abitudine produttiva, non un semplice diario, ma una pratica intima e silenziosa che ci permette di ascoltarci, riconoscerci, prenderci cura dei nostri sentimenti.
Scrivere ogni giorno è come fermare il tempo.
Aprire una parentesi in cui non si deve fare nulla, se non esserci.
In questa guida, ti accompagniamo a scoprire cosa significa davvero fare journaling, come iniziare e perché — anche solo una pagina alla volta — può cambiare il modo in cui vivi dentro e fuori.
Cos’è il journaling
Il journaling è scrittura consapevole: è mettere su carta pensieri, emozioni, frammenti della giornata, domande aperte.
È uno spazio personale, dove puoi scrivere senza essere letto, senza giudizio.
Non serve sapere cosa scrivere.
Non serve scrivere bene.
Serve solo lasciarsi attraversare.
Può essere un luogo di sfogo, una stanza mentale ordinata, un archivio di memorie o un terreno fertile per la creatività.
Ma soprattutto, il journaling è una pratica di presenza: un modo per tornare a sé stessi, un passo alla volta, una parola dopo l’altra.
Tipologie di journaling
Non esiste un modo giusto per tenere un journal.
Esistono percorsi, spazi, intenzioni e ciascuno può scegliere il proprio.
Ecco alcune forme che puoi esplorare:
- Journaling mattutino: una pratica da fare appena svegli, quando la mente è ancora limpida. Puoi scrivere cosa provi, cosa sogni, cosa desideri per la giornata. È un modo per iniziare con chiarezza.
- Journaling serale: serve a chiudere il giorno, a lasciare andare ciò che è stato, a raccogliere gratitudine o intuizioni. Una sorta di rito di chiusura.
- Diario dei sogni: utile per raccogliere immagini, simboli e messaggi notturni. Rileggendoli nel tempo, si colgono pattern, bisogni nascosti, pensieri profondi.

- Journaling guidato: si basa su domande o tracce che aiutano a scavare dentro, come “Cosa mi fa sentire vivo?”, “Cosa voglio proteggere?”, “Quale parte di me oggi ha bisogno di ascolto?”.
- Journaling libero: flusso spontaneo, senza tema. Scrivi tutto ciò che passa per la mente. Anche senza senso. Anche ripetitivo. È uno spazio che non giudica.
Ogni tipo di journaling è valido.
L’importante è trovare la forma che ti accompagna senza forzature.
Un po’ come la natura: non chiede, non corregge. Accoglie.
Cosa cambia quando si scrive ogni giorno
Scrivere ogni giorno cambia il modo in cui ti ascolti. All’inizio può sembrare strano, poi diventa naturale.
La penna scorre più veloce, i pensieri si fanno più chiari, il respiro rallenta.
Secondo alcune fonti journaling ha benefici profondi, anche se sottili:
- aiuta a dare un nome alle emozioni;
- riduce l’ansia, liberando la mente da ciò che pesa;
- stimola la creatività e la consapevolezza;
- ti restituisce una narrazione più vera di chi sei, oltre il rumore esterno.
Non serve scrivere pagine. A volte bastano tre righe, una parola, una frase lasciata lì. Con il tempo, la pagina bianca smette di fare paura e diventa un luogo di cura, un punto fermo, un piccolo rituale quotidiano.
Come iniziare a fare journaling

Per iniziare non hai bisogno di nulla, se non di un quaderno e di una penna.
Trova un momento della giornata in cui puoi stare con te stesso, anche solo per cinque minuti. Spegni le notifiche, apri il tuo quaderno e inizia.
Un weekend nella natura può essere l’occasione perfetta per iniziare con semplicità questa pratica di ascolto e presenza.
La natura ti offre uno spazio di silenzio dove puoi ascoltare i tuoi pensieri, fare ordine dentro di te, ritrovare la calma.
Può regalarti nuovi stimoli, aprirti a punti di vista diversi e aiutarti a riflettere con maggiore lucidità.
A volte, è proprio da lì che nasce l’ispirazione per scrivere con più leggerezza e lasciarti andare.
Se non sai cosa scrivere, puoi partire con domande semplici:
- “Come mi sento in questo momento?”
- “Di cosa ho bisogno oggi?”
- “Cosa sto cercando di dirmi che ancora non riesco ad ascoltare?”
Lascia che le parole vengano, anche se sembrano disordinate.
Scrivi come parli.
Scrivi come senti.
Non scrivere per capire, ma per lasciar fluire.
Se vuoi, puoi anche usare stimoli visivi, collage, piccoli disegni. Il journaling può essere anche una pratica creativa, non solo narrativa.
Il journaling: una pratica da coltivare nel tempo
Come ogni gesto che nasce dal cuore, il journaling non ha bisogno di essere perfetto. Ha solo bisogno di essere costante, gentile, vero.
Non serve scrivere tutti i giorni. Ma più lo farai, più ne sentirai la mancanza quando non lo farai.
Puoi portarlo con te in viaggio, o lasciarlo sul comodino. Puoi scrivere all’alba, al tramonto o nel mezzo di una giornata confusa. Ogni momento è buono per ritrovare contatto.
Coltivarlo è come coltivare una pianta: richiede attenzione, pazienza, cura. Ma nel tempo fiorisce.
E quando rileggi pagine scritte mesi prima, scopri che in quelle righe c’era già tutto: chi eri, chi stavi diventando, chi sei ora.
Friland: il luogo ideale per scrivere senza distrazioni

Ci sono luoghi che invitano al silenzio. Che non chiedono nulla, ma offrono tutto. Con Friland puoi trovare questi luoghi.
Immersa tra i boschi, tra spazi essenziali e luce naturale, ogni tiny house è una piccola tana dove ritrovarsi.
Qui il journaling è stimolato dalla natura, perché il tempo si distende e le distrazioni si dissolvono.
Puoi scrivere al mattino, affacciandoti su un prato ancora bagnato di rugiada. Oppure la sera, ascoltando i suoni del bosco mentre il giorno sfuma. Nessuna pressione, nessun giudizio. Solo tu, la carta e ciò che emerge.
In ogni Casetta Friland, il journaling può essere una parte della tua esperienza, in un percorso fatto di gesti semplici in cui ritrovarti, come camminare scalzi, respirare lentamente, dormire sotto un cielo stellato.
È un ritorno all’essenziale, al gesto puro del prendersi tempo.
Un invito a lasciare che la scrittura faccia il suo lavoro silenzioso: quello di riportarti a te.
Scopri le ultime destinazioni Friland.




