C’è qualcosa di sorprendentemente naturale nell’atto di togliersi le scarpe e appoggiare i piedi nudi sul terreno. Un gesto semplice, quasi istintivo, che oggi sta tornando a essere riconosciuto come una pratica profonda di benessere.
Il grounding, o earthing, non è solo camminare scalzi: è un modo per tornare in ascolto, per riconnettersi.
In un tempo che ci vuole sempre connessi, spesso fuori asse, il contatto diretto con la natura diventa un gesto radicale. Sempre più studi stanno guardando al grounding con curiosità: forse è proprio nella semplicità che si nasconde il riequilibrio che cerchiamo.
Cos’è il grounding e perché ci riguarda da vicino
Il grounding è la pratica di ristabilire un contatto diretto tra il corpo e la Terra, con attività come camminare a piedi nudi sull’erba, toccare la sabbia con le mani, respirare profondamente stesi su un prato.
Ma non solo: il grounding è considerato anche un modo per radicarsi nel presente, attraverso il corpo e i sensi.
Ne esistono due forme principali:
- quella fisica, che avviene attraverso il contatto con superfici naturali;
- quella psicologica, che usa tecniche di consapevolezza per riportare l’attenzione al “qui e ora”.
Entrambe nascono da un bisogno profondo: ritrovare un centro, una connessione stabile con ciò che ci sostiene. Un’esigenza antica, oggi più che mai attuale.
Benefici del grounding
Il semplice gesto di appoggiare i piedi nudi sulla terra può avere effetti sorprendenti sul corpo e sulla mente.
Chi pratica il grounding può trovare beneficio nel regolare il ritmo del respiro, sciogliere le tensioni, calmare l’attività mentale.
Diverse ricerche hanno iniziato a esplorare gli effetti di questa pratica, osservando miglioramenti nella qualità del sonno, una riduzione dello stress e una possibile azione antinfiammatoria.
Ma al di là dei dati, c’è l’esperienza: quella sensazione immediata di quiete, di centratura, di ritorno a sé.
Grounding e scienza: cosa ci dice la ricerca
Il mondo scientifico ha iniziato a esplorare i benefici del grounding con crescente interesse.
Alcuni studi suggeriscono che il contatto diretto con la Terra può:
- ridurre l’infiammazione, abbassando i livelli di alcuni marcatori biologici legati al dolore cronico;
- migliorare la qualità del sonno, favorendo un ritmo più naturale tra giorno e notte;
- regolare il sistema nervoso, portando benefici sul tono vagale e sulla gestione dello stress;
- accelerare la guarigione, riducendo lo stress e favorendo un ambiente interno più stabile.
Non si tratta di soluzioni miracolose, ma di un invito: rallentare, ascoltare, ritrovare un contatto autentico con il proprio corpo e l’ambiente.
Un semplice weekend nella natura può diventare il momento giusto per iniziare, con naturalezza, a fare spazio a questa esperienza.
Grounding e salute mentale: quando il contatto calma la mente
Tornare alla terra è anche un modo per ritrovare stabilità interiore.
In momenti di ansia, stress o disorientamento, il grounding può aiutare a ritrovare il respiro, a fermarsi, a riabitare il corpo.
Può essere integrato a pratiche di mindfulness, respirazione o meditazione camminata, diventando un ancoraggio nei momenti di turbolenza emotiva.
In un mondo in cui siamo spinti dalla paura di perdere qualcosa (la cosiddetta FOMO), il grounding ci accompagna verso una scelta opposta: quella di esserci profondamente, di abbracciare la JOMO – la gioia di perdersi qualcosa per poter godere la semplicità del momento presente.
Non per rinunciare, ma per scegliere ciò che conta davvero.
Grounding non è magia, ma un invito a rallentare
La ricerca sul grounding è ancora in evoluzione, ma alcuni studi, come quello pubblicato su ScienceDirect (link), suggeriscono effetti positivi sul sistema cardiovascolare e sulla regolazione del flusso del sangue.
Molti dati provengono da campioni ridotti o studi pilota, quindi è ancora presto per avere basi scientifiche sufficienti, ma le osservazioni cliniche accumulate negli ultimi anni mostrano una coerenza interessante, specie in relazione alla riduzione dello stress, al miglioramento del sonno e all’equilibrio del sistema nervoso.
E poi c’è l’esperienza diretta: camminare scalzi nel bosco, sentire la freschezza dell’erba, chiudere gli occhi sotto la luce del sole. Gesti semplici, che sembrano trovare oggi conferme nella ricerca, ma che il corpo conosce da sempre.
Come praticare grounding ogni giorno
Non servono tecnologie avanzate, solo disponibilità e un angolo di natura. Il grounding può diventare un rituale quotidiano, anche semplice.
- cammina a piedi nudi sull’erba, sulla sabbia, sul muschio o sulla terra battuta (pratica nota come barefooting);
- siediti all’aperto con i palmi delle mani sul terreno, lasciando che il respiro si faccia profondo e regolare;
- sdraiati su un prato, chiudi gli occhi e senti il peso del corpo sostenuto dal suolo.
Se non hai accesso diretto alla natura, esistono tappetini e strumenti pensati per favorire il contatto con il campo elettrico della Terra. Ma il vero grounding accade fuori, dove il vento soffia e il suolo respira con te.
Friland: dove il contatto con la natura è quotidiano
Nelle Casette Friland, il grounding non è una pratica guidata. È ciò che accade naturalmente, ogni volta che apri la porta della tua tiny house e metti i piedi sull’erba bagnata di rugiada. Non serve fare nulla, solo esserci.
Le case nel bosco Friland sono pensate per lasciare spazio. Niente rumori artificiali, nessun intrattenimento. Solo il silenzio del paesaggio, la luce che entra tra gli alberi, il tempo che rallenta.
Qui, ogni camminata diventa un’occasione per sentire la terra sotto i piedi.
Ogni sosta è un momento per respirare.
Friland è per chi cerca un luogo dove non dover fare, ma semplicemente vivere: scopri le destinazioni qui in basso!
