Ci sono paesaggi che si rivelano solo a chi li attraversa con attenzione.
Luoghi che non si lasciano fotografare facilmente, perché quello che offrono non si coglie in uno scatto. Sono difficili da raccontare, perché non lasciano ricordi nitidi, ma tracce importanti, come un’emozione profonda o un senso di familiarità inspiegabile.
Sono luoghi che invitano a un modo di viaggiare fatto di presenza, ascolto silenzioso, sguardi che si posano sulle cose senza fretta: è questo il senso profondo del turismo naturalistico.
Una forma di esplorazione che nasce dal desiderio di abitare la natura con cura, lasciando che siano i dettagli a guidare l’esperienza: una linea d’orizzonte che si apre tra le colline, l’odore della terra dopo la pioggia, il richiamo di un animale in lontananza.
In questi ambienti, ogni passo diventa un’occasione per sentirsi parte di un equilibrio più ampio.
La natura non intrattiene, ma accoglie. E lo fa in silenzio.
Che cos’è il turismo naturalistico?
Il turismo naturalistico è una forma di viaggio che mette al centro l’osservazione, la comprensione e il rispetto degli ambienti naturali.
Non è soltanto fare escursioni o passeggiate, ma una scelta: la scelta di vivere la natura da dentro, senza filtri e senza frenesia.
Secondo la definizione, si intende turismo naturalistico ogni forma di spostamento che consente di esplorare ambienti naturali come parchi, foreste, laghi, coste o montagne in modo rispettoso, spesso guidato da una curiosità autentica verso la biodiversità e gli equilibri del luogo.
Cosa si intende per turismo naturalistico sostenibile?

Nel dialogo sempre più necessario tra turismo e sostenibilità, il turismo naturalistico occupa uno spazio significativo.
Non si limita a svolgersi in ambienti naturali, ma invita a uno sguardo diverso, più attento e rispettoso, capace di adattarsi ai luoghi senza alterarne gli equilibri.
È un modo di viaggiare che educa alla leggerezza: una presenza consapevole, che riconosce il valore di ciò che si attraversa e si assume la responsabilità di ogni gesto.
Per praticarlo, servono piccoli accorgimenti, che nascono dal buon senso e dal rispetto:
- osservare gli animali mantenendo la giusta distanza, evitando di interferire con i loro comportamenti;
- preferire teleobiettivi alle fotografie ravvicinate, lasciando spazio e silenzio;
- muoversi con discrezione, mantenendo un tono di voce basso ed evitando rumori invadenti;
- portare con sé i propri animali domestici solo dove permesso e sempre nel rispetto dell’ambiente.
Un turismo naturalistico davvero sostenibile è quello che non lascia tracce, non interrompe i cicli della natura, tutela la flora e la fauna e contribuisce, in modo discreto, alla vitalità delle economie locali.
È una forma di ecoturismo che partecipa con delicatezza alla vita del territorio.
Un invito a vivere la natura senza sopraffarla, lasciandola parlare con la sua voce.
Quali sono i tipi di turismo sostenibile?
Il turismo sostenibile si manifesta in diverse forme, accomunate da un approccio rispettoso verso il paesaggio e da un modo di viaggiare che dà valore all’esperienza e alla relazione.
Sono modi diversi di viaggiare, ma tutti condividono un intento comune: abitare i luoghi con attenzione.
Vediamone altre forme.
Turismo rurale e verde
Permette di immergersi nei paesaggi agricoli, nei borghi e nelle tradizioni legate alla vita contadina.
Si alloggia in fattorie, agriturismi o alloggi immersi nella campagna, partecipando, quando possibile, alla vita della terra: dalla raccolta alla cucina, dal dialogo con chi coltiva alla riscoperta dei saperi locali.
È un’esperienza fatta di lentezza, concretezza e radicamento.
Turismo esperienziale
Al centro di questo approccio non c’è solo il luogo, ma ciò che si vive attraverso esso.
Chi sceglie il turismo esperienziale cerca momenti autentici: camminare scalzi nel bosco (con pratiche come il barefooting), scrivere un diario nella quiete (journaling), fare pane, riconoscere le piante e dialogare con chi abita il territorio sono solo alcuni esempi.
Turismo rigenerativo
È una forma evoluta di turismo responsabile, che non si limita a evitare impatti negativi ma mira a produrre effetti positivi.
Valorizza le risorse locali, sostiene le comunità ospitanti e promuove un senso di cura reciproca tra chi viaggia e chi accoglie.
Il viaggiatore non è solo spettatore: partecipa attivamente e lascia il luogo meglio di come lo ha trovato.
Turismo domestico
Il turismo domestico è la riscoperta del “vicino”.
Si tratta di un modo di viaggiare che invita a esplorare ciò che spesso si considera ordinario: una valle poco distante, un paesaggio già noto ma mai vissuto a fondo, un borgo raggiungibile senza attraversare confini.
Riduce gli spostamenti lunghi e permette di osservare con occhi nuovi ciò che ci circonda.
Astroturismo

L’astroturismo nasce dal desiderio di recuperare il rapporto con il cielo notturno, sempre più oscurato dall’inquinamento luminoso.
Consiste nel raggiungere luoghi remoti, senza luce artificiale, dove l’osservazione delle stelle, delle costellazioni e della Via Lattea diventa possibile.
È una forma di viaggio contemplativo e silenzioso, capace di riattivare memorie ancestrali.
Slow travel
Lo slow travel, più che una modalità, è un’attitudine.
Significa scegliere percorsi meno battuti, tempi distesi e soste vere: non si punta a vedere tutto, ma a vivere meglio ciò che si incontra. Si dà valore a ciò che accade nel mezzo, restituendo senso al viaggio e trasformandolo in esperienza duratura.
Praticare il turismo naturalistico in Italia
L’Italia è un laboratorio a cielo aperto per chi cerca un turismo naturalistico autentico.
Parchi nazionali, sentieri costieri, boschi appenninici, crinali alpini: il nostro territorio offre paesaggi di una bellezza unica.
Praticare questa forma di turismo spesso significa scegliere mete meno battute, fuori stagione e silenziose.
Significa anche avvicinarsi e conoscere i cicli della terra, osservare le migrazioni degli uccelli, ascoltare le storie che l’ambiente vuole raccontare.
Ecco alcune idee per farlo:
- soggiornare in case nel bosco o alloggi in bioarchitettura;
- partecipare a cammini lenti o seguire percorsi sensoriali;
- dedicarsii un weekend nella natura;
- scegliere luoghi dove il paesaggio è il vero protagonista.
Alcuni esempi di turismo esperienziale nella natura
Quando il turismo naturalistico incontra il desiderio di presenza, nasce qualcosa che va oltre l’escursione o il semplice soggiorno.
Si tratta di una vera e propria forma di esplorazione, che lega lentezza, ascolto e attenzione. A farne parte non sono solo i luoghi, ma anche i nostri stessi gesti.
Ogni attività, così, può trasformarsi in esperienza profonda.
Alcune pratiche si prestano in modo naturale a questo tipo di viaggio:
- camminare con consapevolezza, rallentando il passo e prestando attenzione al respiro, ai suoni, ai cambiamenti della luce (mindful walking);
- togliersi le scarpe e sentire il contatto diretto con la terra, lasciando che il corpo si radichi;
- sedersi all’aperto e scrivere qualche riga in un taccuino, lasciando emergere pensieri e immagini nel silenzio;
- riconoscere un albero, seguire i segni del passaggio delle stagioni, imparare a leggere il bosco come un libro;
- soggiornare in una stanza nella natura, lasciandosi accompagnare dal ritmo naturale della giornata, tra luce che cambia e silenzi che riposano;
- praticare yoga o meditazione all’aperto, con il corpo che si muove nel paesaggio e il respiro che si unisce al vento.
Friland: il paesaggio che ti lascia spazio

Immerse nella natura, le casette Friland sono lontane dalle città e dal caos, ideali per chi vuole praticare il turismo naturalistico e cerca meno distrazioni e più profondità.
Qui puoi osservare il cielo, camminare tra gli alberi, scrivere in silenzio nel tuo diario o ascoltare il vento. Qui trovi un luogo dove vivere la JOMO, ovvero la felicità di perdersi qualcosa, per ritrovarsi.
In Friland hai la possibilità di vivere la natura come esperienza concreta, essenziale, ma soprattutto trasformativa.
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